Maria Vittoria ospedale alla fine, i medici: “Serve la nuova sede”

 

Sono i medici a lanciare l'appello per primi e andare in pressing. La vicenda delle Molinettedocet e in via Cibrario, sede dell'ospedale Maria Vittoria, i camici bianchi hanno pensato che fosse arrivato il momento di schierarsi in prima fila per chiedere alla politica di fare in fretta a consegnare ai cittadini un polo sanitario finalmente adeguato. Maria Vittoria e Amedeo di Savoia non lo sono più da tempo, l'età anagrafica delle due strutture non lascia dubbi, ma a confermare l'urgenza di un nuovo ospedale è soprattutto la vita quotidiana che racconta i disagi e la progressiva difficoltà a mantenere alti gli standard raggiunti in alcune discipline.

Per tutti il collasso è vicino. "Il Maria Vittoria non è più un ospedale all'altezza dei tempi, ne serve uno nuovo il prima possibile" dice il presidente del nuovo "Comitato per il nuovo Maria Vittoria" Emilpaolo Manno, urgentista che nei tre anni di Covid è stato chiamato a dirigere il Dirmei. Non sono meno allarmate le parole della direttrice sanitaria Marilena Avanzato: "Il nostro ospedale, vecchio, strutturato in padiglioni con passaggi obbligati all'esterno, ma anche il primo a livello regionale per accessi al pronto soccorso, rischia di collassare". L'intervento più urgente dovrebbe riguardare il pronto soccorso, peraltro in questi ultimi giorni di nuovo sovraffollato con 85 pazienti presenti in mattinata e 35 in barella in attesa di ricovero. Ampliare e modificare l'attuale struttura "peraltro gravata da parecchi vincoli della Soprintendenza, è impossibile", puntualizza ancora Manno. Gli standard di eccellenza raggiunti da alcuni reparti dell'ospedale "rischiano di vanificarsi per condizioni strutturali incurabili", spiegano i primari intervenuti alla conferenza stampa convocataieri mattina negli uffici della nuova "Azienda zero" di via San Secondo.

Massimo Gianmaria dirige la Cardiologia, che vanta un'ottima classificazione a livello italiano "ma se non ci saranno interventi questo livello di eccellenza non potrà essere sostenuto a lungo".

Lo ripete Patrizia Savant-Levet, che guida la terapia neonatale: "Facciamo tutto il possibile per accogliere bimbi e famiglie, soprattutto ora che il virus sinciziale porta in terapiaintensiva i piccoli, ma i limiti strutturali sono evidenti".

Domenico Martelli, direttore della medicina, sottolinea : "Sono i cittadini a primi a subire le conseguenze dei disagi". All'Amedeo di Savoia non c'è neppure una Tac , si ricorda, e durante il Covid gli esami si facevano in un furgone.

L'infettivologo Guido Calleri richiama l'attenzione sulle strutture: "Se il Maria Vittoria è a padiglioni, l'Amedeo è un arcipelago. Per andare da unreparto all'altro si fanno centinaia di metri e l'urgenza va a farsi benedire".

Sull'ipotesi che il nuovo Maria Vittoria nasca alla Pellerina, seguendo l'indicazione del Comune alla Regione, i medici per il momento non si pronunciano. Ritengono però che sia opportuno non perdersi in lunghe discussioni se c'è una scelta largamente condivisa che sia percorribile. "Non tocca a noi parlare del sito - dice Manno Penso però che l'ipotesi della Thyssen fatta da qualcuno non sia percorribile, perché sarebbe un posto da bonificare e non credo debba essere il pubblico a farlo. Chi in ospedale lavora ogni giorno come noi, vuole dare il suo contributo alla discussione: ma soprattutto siamo disponibili a fornire un supporto tecnico ai decisori politici, sensibilizzando l'opinione pubblica e tutti gli organismi sanitari che operano in Piemonte".

Non c'è ancora un tavolo tecnico al quale i medici possano sedersi, ma il primo obiettivo del Comitato è "evitare che i tempi tecnici della costruzione determino un impatto negativo sulla manutenzione delle strutture esistenti, che dovranno continuare a garantire la risposta alla domanda sanitaria della popolazione".

In parallelo, tra i primi obiettivi del Comitato c'è quello di contribuire "alla riflessione sul ruolo futuro del nuovo ospedale Maria Vittoria e al suo posizionamento nella rete ospedaliera cittadina e regionale".

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